giovedì 14 maggio 2009

Pro Evolution Soccer 2009




La sopravvivenza del più tradizionalistaPartiamo dalle novità in chiave opzioni, dove la modalità più interessante è sicuramente "Diventa un Mito", che inizialmente si pensava fosse una rivisitazione di quella denominata "Be a Pro" di FIFA ma in realtà altri non è che l’evoluzione di "Fantasista", introdotta in Winning Eleven XI e quindi antecedente all'ultima produzione EA. "Diventa un Mito" permette di prendere il controllo di un singolo giocatore emergente allo scopo di farne progredire al meglio la carriera, partendo da squadrette di periferia fino ad arrivare a giocare in grandi club e ad essere convocato in nazionale. In questa modalità la visuale si sposta inquadrando il campo dinamicamente in base alla zona in cui si svolge il gioco, per offrire sempre una visione globale dal punto di vista dell’unico calciatore impersonato. Una volta presa confidenza con la telecamera (comunque modificabile a piacimento) ed essersi abituati al fatto che si passa buona parte del tempo da spettatori passivi, questa modalità regala certamente delle soddisfazioni e una prospettiva parecchio diversa rispetto al solito. Si parte infatti dai 17 anni (con ampia personalizzazione estetica del giocatore) per una carriera che può durare fino ai 35, bisogna essere ingaggiati da una prima squadra e quindi partecipare agli allenamenti, per poi aspettare la convocazione in panchina, da titolare e magari in nazionale. Non c'è controllo sulla formazione messa in campo ne sulle sostituzioni, è il proprio allenatore che decide quando convocarvi e in che posizione mettervi (ovviamente attenendosi, ma non al 100%, alla posizione preferita scelta) e l'unica maniera per assicurarsi la presenza è quella di ricevere buoni voti e rispettare la posizione in campo. I tasti in più utilizzati sono R2, che va premuto due volte per chiamare palla (ma che funzionerà solo quando il passaggio è effettivamente possibile) e L1, che in situazioni di non possesso aiuterà il giocatore nel coprire la posizione di campo più congeniale al suo ruolo. Non mancano una serie completa di statistiche come il giocatore del match piuttosto che del mondo, la possibilità di migliorare le caratteristiche del giocatore secondo sei differenti parametri e tutta una parte "scenografica" con le notizie e le foto sulla propria carriera calcistica. Dulcis in fundo, i giocatori creati per “Diventa un mito” possono essere utilizzati per giocare online contro altri avversari, aggiungendo difatti una modalità inedita per il gioco contro altri avversari umani. Altra grossa novità è l'accaparramento per i prossimi anni della licenza per la Champions League, cosa che si è tradotta nella possibilità di rivivere in tutto e per tutto la più famosa competizione per club internazionale, con tanto di musiche. loghi ufficiali e suddivisione dei gironi, con gare sempre giocate in notturna e atmosfera in grado di ricreare perfettamente la camminata verso la vittoria della coppa, una cosa che farà sicuramente piacere ai più appassionati di questo sport. Per il resto le altre modalità sono quelle di sempre, cosa non tanto scontata viste le inspiegabili mancanze dello scorso anno: troviamo amichevoli, lega, coppa, l'allenamento (completo ma senza minigiochi) e naturalmente la sempreverde Master League, per l’occasione riveduta e corretta in alcuni piccoli dettagli. Interessante l'editor, migliorato sotto praticamente ogni aspetto e sicuramente il più completo sulla piazza per opzioni e possibilità di intervenire sui parametri dei giocatori; in particolare è veramente simpatica l'opzione che permette di importare una foto o catturarla con la webcam per donare ai giocatori i volti di chiunque vogliate: voi stessi, un vostro amico, Pippo Baudo. Finalmente inserita anche la possibilità di salvare su hard disk i momenti salienti, esattamente come un normale replay e quella di poter utilizzare tracce MP3 presenti sul proprio disco fisso, da associare alle varie competizioni piuttosto che menu. Il capitolo licenze è un po' confuso. Chiariamo subito che da questo punto di vista Pro Evolution Soccer non riesce ancora a eguagliare il prepotente dominio di Electronic Arts, anche se come detto in questa edizione troviamo novità interessanti come la licenza completa Champions League. Il campionato inglese è ancora fuori dai giochi: sebbene i nomi dei giocatori siano tutti riportati fedelmente, le uniche squadre a comparire con nomi, bandiere e divise ufficiali sono Manchester United e Liverpool. Stessa sorte per la Liga spagnola, con alcune squadre coperte e altre no. Piena licenza per la Serie A (a esclusione del logo Lega Calcio), Edervise e Ligue 1 Orange. Tra i nuovi stadi troviamo il nuovo Wembley Stadium, una versione completamente rifatta dello Stade de France e dell’Olimpico di Torino.


Chi non osa spesso la scampaAssodato che il comparto offline è sicuramente valido in quanto ad opzioni (parlermo dell'online più avanti), cosa ci riserva il gameplay di PES 2009?
La velocità di gioco è sensibilmente diminuita rispetto alla scorsa edizione, e se ancora non possiamo parlare di calcio simulativo, di certo siamo tornati su livelli umani che permettono un minimo di gioco ragionato e impostazione della manovra. La fisica del pallone sembra quasi perfetta, sicuramente la migliore oggi in circolazione: la palla è pesante al punto giusto, e sia in caso di lanci che rimpalli, piuttosto che in condizioni di piogga, il comportamento è convincente. Anche la fisicità dei giocatori è resa piuttosto bene nei contrasti e negli impatti, restituendo una sufficiente sensazione di “pesantezza” per i calciatori. Imbattibile la reattività ai comandi, assolutamente perfetta.
Come già accennato però, quello che potrebbe far storcere il naso a molti è il forte legame con le edizioni passate, dalle quali vengono ereditati difetti ormai storici per la cui risoluzione sembra che non venga fatto il necessario sforzo da parte degli sviluppatori. Il gioco è infatti ancora imbrigliato negli schemi e nelle trame che ogni appassionato conosce ormai a memoria, con poche novità e rare eccezioni. Troppo spesso capita di vedere situazioni identiche ripetersi nelle medesime circostanze, troppo spesso si è ancora intrappolati sui binari invisibili, dove i giocatori se ne infischiano dei comandi impartiti (ad esempio nel caso di lanci o passaggi filtranti capita spesso che si fermino per un istante o vadano addirittura incontro alla palla, anche se col joypad cerchiamo di spingerli nella direzione opposta). A mitigare questi effetti torna il "super cancel", che sulla carta permette di liberarsi dai binari e indirizzare il giocatore nella direzione voluta, ma non sempre i risultati non sono quelli desiderati. A distanza di anni, è ancora più arzilla che mai la tecnica del filtrante sulle fasce che permette di arrivare al cross in pochi secondi. Ad essere migliorato leggermente è proprio il filtrante, mentre i passaggi automatici (quelli con X su PS3 o A su Xbox 360, per intenderci), in alcune circostanze sono da rivedere. L’intelligenza artificiale dei giocatori controllati dal computer è invece migliorata, soprattutto nel caso dei difensori, così che per i portieri, che ci sono parsi il giusto compromesso tra l'essere fortissimi o completamente inutili. Fortunatamente sono migliorati anche i dribbling, che seppure lontani dal rigore simulativo della concorrenza si presentano ora meno infallibili e più realistici. Inserite infine un paio di nuove finte.


Grafica e sonoroGraficamente sono stati fatti passi avanti piuttosto visibili rispetto all’edizione 2008 e nonostante il titolo non possa vantare lo stesso numero di dettagli maniacali presenti in casa EA, in alcuni aspetti PES 2009 riesce a essere chiaramente migliore del suo rivale. Uno di questi è subito evidente: la grandissima maggioranza dei giocatori risulta veramente molto somigliate alle controparti reali, cosa che invece non accade in FIFA 09. Le animazioni non si distinguono particolarmente da quanto visto in passato, e hanno una qualità media discretamente alta, scoprendo il fianco solo in alcune occasioni (vedi la corsa tipo A). Ancora piuttosto mediocri gli spettatori sugli spalti, ma più che discreti gli stadi, molti dei quali nuovi o totalmente rinfrescati. L'illuminazione e gli effetti sui modelli 3D non entusiasmano particolarmente mentre sono stati eliminati finalmente tutti i bug della scorsa edizione, con una fluidità sempre ancorata ai sessanta fotogrammi al secondo e in qualsiasi condizione, cosa che rende finalmente piacevole riguardare i replay e apprezzare la particolare azione. La telecronaca merita un discorso a parte. I due commentatori sono ben assortiti: addio finalmente a Civoli (sotto copertura) e Sandreani, benvenuti a Gianluigi Pardo, che garantisce quel tocco di professionalità che non guasta mai, e al mitico Josè Altafini, che colora il tutto con i suoi strambi modi di dire e il suo sempreverde entusiasmo, ammisci! Il risultato è finalmente positivo e in grado di rivaleggiare con l'altra coppia di Sky Caressa-Bergomi, peccato che manchi un po' di mordente nelle azioni più concitate, dove invece il mitico John Kabira, che per tanti anni ha accompagnato i vari Winning Eleven, dava il meglio di se, dando quel coinvolgimento e divertimento sono forse alla base del concetto stesso di questo tipo di videogioco.

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